Il giornalista, qualora cessi lo svolgimento dell’attività giornalistica autonoma, può conseguire il diritto a pensione e/o incrementare la propria posizione previdenziale mediante il versamento di contributi volontari, purché mantenga l’iscrizione all’Albo dei giornalisti. A tal fine, il giornalista deve presentare domanda di autorizzazione all’Istituto.
La facoltà di versare i contributi volontari è concessa al giornalista che – nell’ultimo quinquennio – abbia versato contributi per almeno un anno, ovvero che abbia versato almeno tre anni di contributi annuali in qualsiasi epoca.
L’importo del contributo volontario – che deve essere versato entro il 31 dicembre di ciascun anno – è pari alla contribuzione versata nell’ultimo anno.
La contribuzione volontaria non è ammessa in presenza di un contestuale obbligo di versamento contributivo presso altra gestione previdenziale.
L’importo del contributo volontario – che deve essere versato entro il 31 dicembre di ciascun anno – è calcolato sul reddito dichiarato all’INPGI dal committente negli ultimi 12 mesi. Il giornalista (co.co.co.) può ottenere la copertura assicurativa per l’intero anno, soltanto nel caso in cui la contribuzione volontaria è stata determinata su un reddito almeno pari a 14.334 euro.
Ad esempio:
- Un giornalista che nell’ultimo abbia avuto un reddito da co.co.co. pari a 20.000 euro verserà – entro il 31 dicembre – un contributo volontario pari a 5.200 euro, ottenendo 12 mesi di anzianità contributiva.
- Un giornalista che nell’ultimo anno abbia avuto un reddito da co.co.co. pari a 10.000 euro potrà versare – entro il 31 dicembre:
– un contributo volontario pari a 2.600 euro (calcolato sui 10.000 euro di reddito) ottenendo soltanto n. 8 mesi di anzianità contributiva (10.000 x 12 : 14.334 = 8 mesi);
– un contributo volontario pari a 3.727 euro, determinato sul reddito minimo di 14.334 euro, ottenendo l’accredito dell’intero anno.